Le 7 Startup della seconda edizione di FoodSeed

La seconda edizione di FoodSeed scommette sul Made in Italy: 7 startup portano l’innovazione nella filiera agroalimentare per un futuro più smart e sostenibile

L’ecosistema dell’innovazione agroalimentare italiana accoglie nuovi protagonisti: FoodSeed, il programma di accelerazione della Rete Nazionale di CDP Venture Capital SGR, annuncia la selezione di sette nuove startup Made in Italy per la sua seconda edizione. Queste imprese emergenti sono pronte a trasformare la filiera agroalimentare con soluzioni innovative che abbracciano l’intera catena del valore, dall’agricoltura sostenibile alla trasformazione alimentare, integrando principi di economia circolare.

Dalle microalghe utilizzate per estrarre preziosi pigmenti naturali alle biotecnologie che trasformano gli scarti agricoli in ingredienti funzionali; dall’alternativa salutare e performante alla caffeina, fino alle nuove soluzioni tech per ridurre gli sprechi: le nuove startup di FoodSeed, presentate il 22 ottobre a Verona, sono pronte a collaborare con le aziende del comparto per plasmare un futuro più sostenibile e tecnologicamente avanzato.

Lanciato a marzo 2023, FoodSeed conta sul sostegno di partner promotori e co-investitori quali Fondazione Cariverona, UniCredit, Eatable Adventures – tra i principali acceleratori Foodtech su scala globale – in qualità di co-investitore e gestore operativo del programma; insieme ai corporate partner Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Veronafiere e i partner scientifici Accelerate for Impact Platform del CGIAR e Università degli Studi di Verona. 

Con una dotazione di 15 milioni di euro, il programma di accelerazione sostiene e promuove la crescita di innovative realtà italiane in grado di rispondere alle principali sfide del settore agroalimentare e contribuire alla sostenibilità e all’efficienza della filiera. Allo stesso tempo, FoodSeed favorisce connessioni strategiche con aziende, investitori e attori chiave del settore in un’ottica di Open Innovation, un approccio che  mira a rafforzare il tessuto imprenditoriale nazionale e a favorire nuove sinergie per promuovere uno sviluppo tecnologico ed etico del comparto AgriFood. Ne è un esempio virtuoso, Foreverland, startup pugliese accelerata nella prima edizione di FoodSeed, che ha recentemente chiuso un round di investimento da 3,4 milioni di euro per la sua alternativa sostenibile al cioccolato a base di carruba, confermando così il ruolo chiave delle startup AgriFoodTech italiane come motori del cambiamento.

Vortex: trasformare gli scarti agroalimentari in risorse preziose

Vortex è una biotech company che trasforma i sottoprodotti agroalimentari in ingredienti ad alto valore aggiunto, applicabili in diversi settori come food & beverage, pet food e cosmetica. Il loro modello circolare mira a risolvere il problema della svalutazione economica e della sostenibilità ambientale legata alle tonnellate di scarti generati dalle industrie agroalimentari, che spesso vengono destinati a smaltimento o utilizzati per biomasse. Grazie a una tecnologia innovativa che stabilizza e standardizza i sottoprodotti – evitando, quindi, il loro deterioramento causato dall’elevato contenuto di umidità – Vortex è in grado di trattare sia scarti dell’industria agroalimentare morbidi, come le mele, che quelli secchi, come le nocciole, fino a quelli di produzione eliminati dalle regole della GDO. Da questo processo nascono farine, paste ed estratti, applicabili in diversi ambiti dell’industria alimentare, pet food e cosmesi.

NOUS porta in tavola l’alternativa sostenibile e salutare alla caffeina

NOUS Energy è una startup biotech che sviluppa una nuova generazione di ingredienti per i mercati Food & Beverage e Nutraceutico. Il primo ingrediente creato è un’alternativa alla caffeina che migliora le prestazioni cognitive e fisiche, potenziando memoria, concentrazione e riflessi senza gli effetti collaterali tipici della caffeina, come picchi di pressione sanguigna o tachicardia, e favorendo il benessere gastrointestinale. 

Con questo nuovo ingrediente si stima una riduzione del 60% dello spreco d’acqua e del 65% delle emissioni di CO2 a piena produzione, rispetto all’estrazione della caffeina dai chicchi di caffè verde. La startup, impegnata nell’innovazione sostenibile, prevede di riutilizzare tutti i residui della produzione di Mindave entro il 2028, creando nuovi ingredienti e prodotti per ampliare il proprio portfolio.

Aflabox: l’Intelligenza Artificiale in campo per la sicurezza alimentare

Aflabox è una startup innovativa in grado di rilevare in tempo reale, nei cereali, noci e semi oleosi, la presenza di aflatossine, micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo che si trova soprattutto in zone caratterizzate da clima caldo e umido. Utilizzando sensori UV e una tecnologia sviluppata con l’AI, Aflabox offre un rilevamento rapido, preciso ed economico di queste tossine, che possono causare gravi problemi di salute al consumatore come danni al fegato, tumori e compromissione del sistema immunitario. Un processo semplice e accessibile che elimina non solo la necessità di inviare campioni di prodotto in laboratorio, ma riduce anche i tempi e i costi di rilevazione dell’infestante. I risultati vengono, infatti, inviati immediatamente al cloud, per un controllo tempestivo e preciso. Nata per rispondere a un problema che è, attualmente, molto grave in Africa, Aflabox ha vinto una competizione con il World Food Program e  prevede di estendere la sua tecnologia al monitoraggio di altri contaminanti e parametri qualitativi, con l’obiettivo di offrire un profilo completo e accurato dei cereali.

Asteasier: la nuova frontiera dell’Astaxantina

Asteasier, Spin-Off dell’Università di Verona, è specializzata nella produzione di ingredienti di alta qualità per la nutrizione umana e animale. La loro tecnologia proprietaria ha permesso lo sviluppo di nuovi ceppi di microalghe in grado di produrre astaxantina naturale (AX) – carotenoide con forti proprietà antiossidanti e benefici per la salute cardiovascolare, cerebrale e oculare. Una soluzione completamente naturale che offre un’alternativa sostenibile all’astaxantina sintetica, oggi ampiamente utilizzata per la pigmentazione di salmoni e crostacei. Grazie a un processo di produzione semplificato e altamente efficiente, Asteasier riesce a ridurre i costi fino all’80% rispetto ai metodi tradizionali, rendendo economicamente accessibile l’astaxantina naturale, impiegabile anche nell’ambito nutraceutico. Oltre all’astaxantina, le microalghe utilizzate dalla startup sono in grado anche di produrre pigmenti blu, proteine e omega-3, rendendo l’azienda un punto di riferimento nella nutraceutica e nel settore dell’acquacoltura. 

Mama Science: l’alternativa sostenibile alla plastica nel packaging alimentare

Mama Science, startup innovativa con sede a Bologna, nasce con l’obiettivo di affrontare uno dei problemi ambientali più gravi del nostro tempo: l’uso eccessivo di plastica, in particolare nel packaging alimentare. I tradizionali imballaggi, infatti, danneggiano il nostro ecosistema e il loro processo di produzione è altamente energivoro e nocivo per il clima. In un’epoca in cui la riduzione della plastica è una priorità globale, Mama Science si specializza così nello sviluppo di una gamma di prodotti avanzati, tra cui bio materiali quali film e coating per il packaging alimentare. Si tratta di materiali biomimetici 100% bio-based, che replicano le proprietà della plastica senza causare gli stessi dannosi impatti ambientali, offrendo un’alternativa sostenibile ed efficace ai tradizionali imballaggi plastici. I loro prodotti innovativi, ottenuti da materie prime di origine vegetale, aumentano la shelf life di alimenti quali verdure, carni e latticini. A seconda delle applicazioni, possono attribuire proprietà quali idrorepellenza e resistenza meccanica se utilizzati su supporti cartacei. Se applicati direttamente sui prodotti alimentari, riducono l’uso di plastiche per l’imballaggio, mentre nel caso del film consentono la completa sostituzione delle alternative realizzate con polimeri di origine sintetica.

BeadRoots: idrogel biodegradabili contro la siccità in agricoltura

Per combattere la siccità e migliorare la produttività agricola, BeadRoots, startup biotecnologica con sede legale a Lecce, ha sviluppato idrogel da polimeri superassorbenti naturali, derivati dalle alghe. Gli idrogel, applicati durante il trapianto, assorbono grandi quantità d’acqua e la rilasciano gradualmente alle radici quando necessario, riducendo l’evaporazione superficiale e ottimizzando l’uso delle risorse idriche. Questa soluzione 100% biodegradabile non solo è in grado di conservare l’acqua, ma nutre le piante e migliora la qualità del suolo grazie all’incremento di batteri benefici che hanno effetti positivi anche sulla produttività. Attualmente, BeadRoots sta testando gli idrogel su colture come orticole, vigne e legumi, con l’obiettivo di estendere l’applicazione a tutte le coltivazioni che richiedono ingenti quantitativi di acqua, soprattutto nelle aree a rischio siccità.

Alkelux: additivi naturali per combattere lo spreco alimentare

Combattere lo spreco alimentare con additivi antimicrobici naturali ricavati dagli scarti di liquirizia: così Alkelux, la startup biotech sarda, affronta una delle emergenze globali più significative. Solo in Italia, infatti, lo spreco di cibo nel 2023 ha superato i 9 miliardi di euro, mentre a livello mondiale questo fenomeno causa la dispersione di oltre 250.000 miliardi di litri d’acqua e l’utilizzo improprio di 1,4 miliardi di ettari di terreni agricoli. Gli additivi ricavati dalla startup, sotto forma di polvere, vengono integrati nei materiali di confezionamento per prolungare la durata di conservazione degli alimenti, come già dimostrato nei test condotti su fragole e altri prodotti. Il valore aggiunto della soluzione proposta da Alkelux risiede nelle sue caratteristiche uniche: completamente privo di metalli, solubile in acqua e a basso impatto ambientale, l’additivo non richiede modifiche agli impianti produttivi già esistenti. Ciò consente alle aziende del settore del packaging di adottare questa tecnologia senza affrontare costosi interventi strutturali, contribuendo così alla riduzione dello spreco alimentare in un’ottica sostenibile ed efficiente. 


Anche quest’anno FoodSeed ha attratto talenti non solo dall’Europa, ma da tutto il mondo: ben il 15% delle candidature ricevute, infatti, arriva da Spagna, Romania, Regno Unito, India e Turchia. Un dato che conferma e avvalora l’impegno condiviso nel tutelare e promuovere l’eccellenza enogastronomica italiana nel mondo che, seppur ancorata alle radici della tradizione, necessita di una spinta verso un futuro sostenibile ed eticamente innovativo.

Foreverland chiude un Round da 3,4 milioni per rivoluzionare il mondo del cioccolato con la carruba

La startup Pugliese che ha inventato l’alternativa sostenibile al cioccolato dalla carruba, con questo round vuole ridefinire il futuro del cioccolato e del settore, aprire il suo impianto produttivo di semilavorati e prepararsi ad espandersi in Europa.

Foreverland, la startup che ha creato e brevettato l’innovativa alternativa al cioccolato a base di carruba, ha raccolto 3,4 milioni di euro in un round Seed ad un solo anno dalla sua fondazione. L’azienda fondata da Massimo Sabatini, Riccardo Bottiroli, Giuseppe D’Alessandro e Massimo Brochetta ha ottenuto i finanziamenti da un ampio gruppo di investitori, tra cui alcuni verticali sul food come Grey Silo Ventures, Eatable Adventure e Kost capital, ed altri come CDP Venture, Exor Ventures, 2100 ventures, Ulixes capital partners, Newland Syndicate, Moonstone ed altri investitori strategici nel settore alimentare. 

Questo nuovo finanziamento permetterà all’azienda di entrare nella sua prossima fase di crescita supportando l’espansione europea, lo sviluppo di nuovi prodotti, la realizzazione del primo impianto produttivo in Puglia, a Putignano (BA), operativo da gennaio, e la commercializzazione del suo ingrediente innovativo, Choruba. Inoltre, Foreverland continuerà ad investire in ricerca e sviluppo per innovare e guidare il settore alimentare, con prodotti a prova di futuro all’insegna della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

La  startup pugliese, che ha sede a Conversano (BA) e un ufficio a Milano, è impegnata nel democratizzare il cioccolato creando alternative sostenibili e rispettose del pianeta, senza alcun compromesso sul gusto. Foreverland ha infatti creato Choruba, ex Freecao, un ingrediente rivoluzionario a base di carrube italiane, che offre un’alternativa deliziosa ed eco-consapevole al cioccolato tradizionale e protetta da due brevetti. Choruba viene venduta in gocce o liquido, in diverse varianti ed applicazioni, ad aziende del settore alimentare e già nei prossimi mesi saranno in commercio prodotti che utilizzano l’ingrediente innovativo. 

Nell’ultimo anno il mondo del cacao è stato scosso da un  aumento esorbitante del costo delle materie prime del +300%, che ha allarmato  l’intero settore alimentare, in conseguenza all’ inarrestabile cambiamento climatico che ha causato una drastica riduzione della produzione in Ghana e Costa D’Avorio, paesi da cui proviene circa  2/3 del cacao mondiale. E’ inoltre sempre più nota la scarsa sostenibilità del cacao che lo rende il primo ingrediente per consumo di acqua ed il terzo per emissioni di CO2, nonché  notevole  causa di lavoro minorile e deforestazione. Choruba permette di ridurre del 90% il consumo di acqua e dell’80% le emissioni di CO2,  valorizzando un ingrediente dimenticato come la carruba e la sua filiera italiana. La missione è  creare un futuro più inclusivo e delizioso, confermando l’impegno della startup per la sostenibilità e l’innovazione.

Noi viviamo in una fantastica “land” ma sembra che non l’amiamo davvero, e se continuiamo così non sarà “forever” ” ha dichiarato Giuseppe D’Alessandro, CMO di Foreverland. “L’obiettivo di Foreverland è di creare prodotti alimentari migliori, a prova di futuro, per non compromettere la nostra terra e le future generazioni.“

“Questo investimento segna una pietra miliare significativa per noi ,” ha dichiarato Massimo Sabatini, CEO di Foreverland. “Siamo entusiasti del supporto di investitori così prestigiosi che condividono e supportano la nostra visione di un futuro sostenibile e delizioso. Con questi investimenti e grazie al nuovo impianto produttivo, potremo collaborare con diverse aziende alimentari che condividono la nostra missione.”

“Nel corso del nostro lavoro, abbiamo scoperto come da un prodotto oggi considerato di scarto, attraverso tecnologia ed innovazione possiamo creare qualcosa di unico e dirompente” afferma Riccardo Bottiroli, CTO di Foreverland. “Abbiamo depositato due brevetti ma non ci fermiamo: la ricerca è in continua espansione e stiamo sviluppando nuovi prodotti senza allergeni come le creme spalmabili.”

Giacomo Fanin, Managing Partner e Matteo Leonardi, Investment Manager di Grey Silo Ventures, corporate VC del gruppo Cereal Docks: “A GSV abbiamo speso l’ultimo anno approfondendo in dettaglio l’industria del cioccolato (e delle sue alternative), e quando ci siamo imbattuti nella tecnologia sviluppata da Foreverland abbiamo capito che poteva avere tutte le carte in regola per diventare un’azienda rivoluzionaria. Siamo contenti di poter supportare questo team di imprenditori, che hanno mostrato sin da subito grande ambizione e determinazione, ma anche la frugalità e l’operosità necessari a costruire una grande azienda food.” 

José Luis Cabañero, Founder e CEO di Eatable Adventures: “Siamo orgogliosi di questo round di investimento di Foreverland, una delle startup di maggior successo del nostro primo batch di FoodSeed. Un obiettivo raggiunto grazie alla loro ambiziosa mission di rivoluzionare l’intera filiera di produzione del cacao, rispondendo a una delle sfide globali più significative con un’alternativa sostenibile, sana e accessibile. In un contesto in cui diventa sempre più urgente trovare soluzioni concrete e rispettose dell’ambiente, l’ecosistema italiano di startup foodtech si sta rapidamente consolidando, attirando l’interesse di investitori e grandi aziende per dar vita a nuove sinergie all’insegna di un’innovazione sempre più aperta, etica e sostenibile.”

Foreverland nel 2023 ha partecipato all’acceleratore Foodseed, parte della rete nazionale CDP venture capital, ed ha vinto prima lo Startcup Puglia e poi il Premio nazionale innovazione nella categoria Industrial e nel 2024 la Food tech world cup, la coppa del mondo del foodtech a Losanna.   

Intervista a Amadori

Qual è stata la vostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma di FoodSeed? In che modo pensate che questa iniziativa possa contribuire all’innovazione e alla crescita e sviluppo dell’industria alimentare?

La nostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma FoodSeed è guidata dalla consapevolezza che anche un settore considerato piuttosto stabile e tradizionale, come quello agroalimentare, si trova oggi ad affrontare scenari sempre più dinamici, complessi e globali. 

Le sfide che si prospettano richiedono una risposta rapida ed innovativa. Amadori con il supporto di FoodSeed ambisce a nutrire quelle tecnologie e opportunità dirompenti in grado di anticipare gli sviluppi futuri.

Crediamo che l’innovazione venga rafforzata dalla contaminazione di idee e prospettive diverse e, sostenendo le startup di FoodSeed, non solo contribuiamo alla loro crescita, ma anche alla nostra capacità di cambiare ed evolvere. Nel farlo, contiamo inoltre di poter potenziare le competenze imprenditoriali dell’ecosistema italiano, generando valore per l’intera industria alimentare.

Quali sfide pensate che le startup emergenti nell’industria agroalimentare italiana debbano affrontare in questo momento? 

Le startup nell’industria agroalimentare italiana si trovano di fronte a numerose sfide. L’ecosistema a supporto del loro sviluppo sta consolidando le proprie fondamenta e il volume di investimenti nel nostro Paese è ancora limitato, per questo le realtà nascenti hanno a che fare con un mercato di capitali molto competitivo e spesso esclusivo. 

Un altro importante punto d’attenzione riguarda lo sviluppo di un adeguato mindset. La tendenza all’individualismo e la poca propensione a fare sistema limitano l’impatto che un’idea potrebbe avere sul business e rende dunque essenziale per gli innovatori assorbire una cultura imprenditoriale più collaborativa.  

Più strettamente legato al settore agroalimentare, le startup devono inoltre fronteggiare il radicato patrimonio enogastronomico italiano che, se non avvicinato nel modo giusto, specialmente sul piano comunicativo, può trasformarsi da potenziale motore di cambiamento in fattore di inerzia per la crescita di molte tecnologie. 

Quali sono le principali opportunità che vedete per le startup nell’ambito dell’innovazione alimentare?

La nascita di nuove iniziative di accelerazione – proprio come FoodSeed – rappresentano un importante opportunità per le startup sotto molti punti di vista, specialmente per quanto riguarda il trasferimento più capillare di skill imprenditoriali che certamente potranno alimentare ulteriormente lo sviluppo di nuove imprese. Le corporate stesse – oggi più che mai orientate all’innovazione aperta – stanno ampliando il terreno di gioco e possono dunque agire da volano per  la crescita delle startup.

Anche i continui sviluppi di mercato, economici e tecnologici stanno aprendo sempre nuovi orizzonti. Considerate ad esempio le sfide della sostenibilità ambientale e sociale, l’evoluzione delle preferenze dei consumatori, la crisi delle catene di approvvigionamento tradizionali, o ancora il crescente interesse verso l’Intelligenza Artificiale. Sono tutte tematiche che offrono la sponda alla creazione di soluzioni nuove e dirompenti di cui il settore agroalimentare ha molta fame. 

FoodSeed mette in contatto le startup con i player chiave del settore, tra cui aziende, centri di ricerca, università, ecc. Perché la collaborazione con le startup è fondamentale per sviluppare l’imprenditoria agroalimentare?

Collaborare con gli attori che sono nella prima linea dell’innovazione è strategico non solo per noi come azienda consolidata, ma soprattutto per questi player e per l’intero ecosistema. Le startup con le quali collaboriamo possono contare sull’accesso alle nostre risorse e mentorship, oltre che ad un network di conoscenze che sono essenziali per validare la tecnologia e costruirsi credibilità nel mercato. D’altra parte, per noi, questo tipo di cooperazione offre l’opportunità di acquisire velocità e agilità nel rinnovarci e nell’affrontare nuove sfide. La prospettiva fresca ed “emancipata” delle realtà innovative, unita al nostro know-how ed esperienza, favorisce l’intelligenza collettiva nel rispondere a problemi o opportunità in modo nuovo. Più in generale, siamo convinti che nella creazione di un network di innovazione – interno ed esterno – possiamo instaurare un rapporto sinergico che, nel portare benefici a tutte le parti coinvolte, genera maggior valore per l’intero ecosistema, in grado dunque di affrontare le sfide emergenti con un approccio dinamico e competitivo.

Come si inquadra la partecipazione di Amadori al progetto FoodSeed nella vostra mission aziendale?

La nostra mission consiste nel generare valore condiviso attraverso l’evoluzione dell’offerta proteica di marca e delle filiere integrate, garantendo la qualità, la bontà e l’accessibilità dei nostri prodotti, per promuovere il benessere delle persone, dell’ambiente e degli animali.

Partecipare a FoodSeed ci consente di perseguire attivamente questi obiettivi, riuscendo ad esplorare nuove tecnologie che possono arricchire la nostra offerta proteica e supportare lo sviluppo di una catena del valore più sostenibile, sicura e all’avanguardia. Collaborando con le startup selezionate, possiamo costruire insieme soluzioni innovative che vanno incontro alle mutevoli esigenze dei consumatori e del mercato, oltre che rendere più smart e competitivi i nostri processi produttivi. Supportati da FoodSeed, riteniamo inoltre di poter diffondere maggiore consapevolezza sull’importanza di fare innovazione e di poter trasmettere gli strumenti necessari per favorire la nascita e il consolidamento di nuove realtà imprenditoriali a beneficio dell’intero Paese e, in particolare, di in un settore strategico come l’agroalimentare.

Foodseed 2024: Al via la nuova ricerca di startup foodtech italiane per promuovere soluzioni innovative alle sfide dell’industria agroalimentare

 

Milano, 20 febbraio 2024Giunge alla sua seconda edizione FoodSeed, il programma di accelerazione in ambito Foodtech della Rete Nazionale di CDP Venture Capital SGR – con il sostegno di partner promotori e co-investitori quali Fondazione Cariverona e UniCredit, Eatable Adventures, tra i principali acceleratori Foodtech su scala globale, in qualità di co-investitore e gestore operativo del programma, insieme ai corporate partner Amadori, Cattolica, Business Unit di Generali Italia, Veronafiere  e i partner scientifici Accelerate for Impact Platform del CGIAR e Università degli Studi di Verona

Dopo il grande successo ottenuto nella prima tranche tricolore, conclusa proprio a novembre con la scelta di sette virtuose startup tutte Made in Italy, FoodSeed si riconferma motore per lo sviluppo dell’innovazione nella filiera Agrifood. Anche per questa edizione verranno selezionate e accelerate fino a dieci startup italiane con soluzioni all’avanguardia in grado di rinnovare l’industria nazionale, già simbolo di eccellenza in tutto il mondo. Idee che porteranno nuova linfa vitale alle aziende tradizionali del settore e risponderanno alle crescenti esigenze della filiera agroalimentare, ancora indietro sotto il profilo dell’innovazione, nonostante la forte crescita di investimenti nel foodtech.

Come conferma il primo Report sullo stato del Foodtech in Italia rilasciato da Eatable Adventures – e promosso dal Verona Agrifood Innovation Hub – infatti, solo nel 2023, il settore ha attratto €167 milioni (+9,8% rispetto al 2022) in innovazione e nuove tecnologie.

La nuova Call4Startup di FoodSeed contribuirà a consolidare e rafforzare il dialogo tra realtà emergenti e imprese in un’ottica di sostenibilità, tecnologia ed etica per lo sviluppo della filiera. L’ecosistema venutosi a creare tra industria, startup e investitori, infatti, sta contribuendo sempre più allo sviluppo di nuove sinergie all’insegna dell’Open Innovation. Rimanere competitivi è fondamentale, e mantenere un “approccio aperto” consente alle aziende tradizionali di accedere a competenze e tecnologie all’avanguardia, necessarie per lo sviluppo e il progresso del settore.

Foodseed inaugurerà a marzo un roadshow di varie tappe in giro per l’Italia per incontrare le giovani realtà italiane con l’obiettivo di presentare il programma e i suoi mentor, In particolare, il programma partirà da Verona per poi proseguire nelle maggiori capitali dello stivale, tra cui Milano, Roma, Bari.

A bordo, come partner scientifico, anche Accelerate for Impact Platform del CGIAR, uno spazio di innovazione globale dedicato all’agri-food e climate-tech, che crea un ponte tra scienza e imprenditorialità per accelerare lo sviluppo e l’adozione di innovazioni. A4IP supporterà Eatable Adventures nella selezione e nella validazione tecnica delle startup early-stage.

In un mercato globale sempre più competitivo, l’innovazione può diventare uno dei veri punti di forza della filiera agroalimentare italiana. FoodSeed mira a ricreare le condizioni adatte perché nuove idee nascano e si realizzino: la collaborazione tra istituzioni, enti, aziende e centri di ricerca apre la strada allo sviluppo di startup in grado di innovare il settore. La prima edizione del programma dimostra che attraverso l’open innovation e la contaminazione di conoscenze e competenze è possibile creare valore aggiunto per tutto il sistema, sia in termini socioeconomici che ambientali. Questa nuova call è un’opportunità preziosa per tutte le realtà del territorio interessate a giocare un ruolo da protagoniste in un comparto chiave per il nostro Paese”, commenta Filippo Manfredi, Direttore Generale di Fondazione Cariverona.

Dichiara Francesco Iannella, Regional Manager Nord Est di UniCredit: “Prosegue il nostro impegno a favore del comparto agroalimentare del nostro Paese, fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo. Le sfide per il settore, prime fra tutte quelle legate ai cambiamenti climatici, sono molteplici e complesse, siamo confidenti che la spinta innovativa promossa dalle start up possa fornire alle imprese dei nostri territori nuovi spunti e soluzioni”.

“La prima edizione di FoodSeed si è conclusa con un notevole successo: abbiamo selezionato e accelerato sette promettenti realtà Made in Italy – Agreen Biosolutions, AgreeNet, Foreverland, Hypesound, Regrowth, Soonapse e Trusty – che hanno messo sul tavolo risposte concrete alle sfide del settore, tanto da aver attratto fin da subito un forte interesse da parte di realtà di spicco” commenta Alberto Barbari, Regional VP Italy di Eatable Adventures.Siamo felici di ripartire alla ricerca di nuovi progetti d’avanguardia che contribuiranno alla crescita e allo sviluppo imprenditoriale e tecnologico del nostro Paese, spingendo sempre più su nuovi modelli di business in cui aziende e realtà emergenti possano collaborare in sinergia per una nuova era dell’AgrifoodTech italiano, fondata su Open Innovation, sostenibilità ed etica per lo sviluppo”. 

Le startup interessate potranno partecipare presentando le loro proposte innovative mandando una candidatura a foodseed.it

Acceleratore FoodSeed: svelate le sette startup Made in Italy pronte a rivoluzionare il comparto Agri-Foodtech italiano

Sono 7 le startup italiane selezionate per la 1^ edizione dell’Acceleratore FoodSeed, il programma incentrato su tecnologie innovative per l’alimentazione, parte della Rete Nazionale CDP Venture Capital. FoodSeed è stato lanciato a marzo 2023 per promuovere l’eccellenza e l’innovazione nell’industria agroalimentare italiana, con il sostegno di partner promotori e co-investitori quali Fondazione Cariverona, UniCredit e Eatable Adventures, tra i principali acceleratori foodtech su scala globale, con il contributo dei corporate partner Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Axxelera, Veronafiere e il partner scientifico Università degli Studi di Verona.  

Le 7 startup selezionate, dopo uno screening su oltre 250 candidature, presentano soluzioni concrete alle principali sfide che colpiscono l’industria alimentare, sia a livello nazionale che globale. I progetti, presentati il 13 novembre a Verona in occasione del DemoDay, sono pronti a portare sul mercato soluzioni a forte impatto positivo sui comparti FoodTech e Agritech italiani: dal “cioccolato non cioccolato” ai sistemi di prevenzione contro lo stress idrico, passando per la fermentazione avanzata tramite onde sonore e la creazione di prodotti biologici in grado di estendere la shelf life dei prodotti. 

Le startup hanno ricevuto ciascuna un investimento iniziale di 170 mila euro – con possibilità di incremento fino a ulteriori 500mila euro per le più performanti – e hanno beneficiato di un percorso di accelerazione di 6 mesi per consolidare la propria proposta imprenditoriale.

L’acceleratore offre infatti un programma di coaching e mentoring che supporta le startup nel costruire relazioni e opportunità di networking in un’ottica di Open Innovation, per favorire la collaborazione di queste nuove imprese con le realtà tradizionali esistenti, facilitando la ricerca di investitori che credono nell’importanza dell’innovazione per affrontare le sfide cruciali in termini di sostenibilità nel settore alimentare, cuore pulsante dell’economia italiana. 

  • 1. Foreverland: il cioccolato del futuro sulle tavole degli italiani

Nata dall’intuizione di quattro giovani ragazzi, Foreverland porta sul mercato un prodotto rivoluzionario, alternativo, sostenibile e Made in Italy: il cioccolato senza cacao. Una soluzione per un settore che sta mettendo a dura prova il nostro Pianeta tra deforestazione, stress idrico, inquinamento per emissioni di carbonio e per consumo di CO2 e sfruttamento di oltre 1,5 milioni di bambini. È proprio partendo da questa imponente sfida che Foreverland crea Freecao, una svolta per il settore dolciario che, utilizzando la carruba – un legume tipico dell’area mediterranea di cui l’Italia è tra le maggior produttrici al mondo – può realmente produrre il cioccolato del futuro a basso impatto ambientale e sociale per sostenere il nostro sistema, pesare meno sulla coltivazione del cacao e aiutare l’ecosistema di imprese locali del settore. Grazie a sistemi di reverse engineering, trattamenti enzimatici e tecniche di fermentazione e tostatura, Freecao riduce dell’80% le emissioni di CO2 e del 90% il consumo di acqua rispetto alla produzione di cacao. Privo dei 9 principali allergeni, tra cui latte e frutta a guscio, non contiene glutine, caffeina né ingredienti artificiali, oltre a contare il 50% in meno di zuccheri rispetto al cioccolato al latte tradizionale; è quindi più sano per le persone. 

  • 2. Per il benessere del pascolo? Regrowth e il monitoraggio da remoto degli allevamenti

La mancanza di strumenti adeguati da parte delle aziende per la gestione degli allevamenti estensivi e  l’insufficienza dei prodotti disponibili, ha portato alla luce Regrowth. Direttamente da Teramo arriva uno strumento di PLF (Precision Livestock Farming) per le aziende di produzione estensiva che consente ai contadini di monitorare da remoto la propria fattoria. Regrowth propone un sistema in grado di ridurre di circa il 60% le perdite di animali grazie a un’identificazione precoce delle malattie. E per il benessere del pascolo? Grazie a specifici protocolli, Regrowth è in grado di rilevare precocemente anche il sovra pascolamento causato da una cattiva gestione del gregge e dei pascoli. Non solo, i loro protocolli mirano a stimolare l’aumento della biodiversità del suolo, il sequestro di CO2, il ritegno idrico e molto altro. Infine, per facilitare la comunicazione sulla gestione del proprio allevamento, Regrowth rende i dati delle aziende agricole trasparenti e protetti da protocolli antimanomissione. Il team di Regrowth sta parallelamente adattando il suo sistema anche agli allevamenti intensivi per garantire una gestione ottimizzata e monitorare il livello di benessere degli animali.

  • 3. Stress idrico e spreco d’acqua: ci pensa Soonapse 

Tra cambiamento climatico, spreco d’acqua e assenza di mezzi innovativi che aiutino i contadini a comprendere lo stato di salute del suolo, il settore agricolo chiama aiuto. Soonapse, startup romana, ha sviluppato il primo Decision Support System (DSS) progettato specificamente per l’IoT. Un sistema AI Dual in grado di interpretare il cambiamento climatico e fornire previsioni con un’accuratezza del 99% consentendo agli agricoltori di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua e non solo. Coniugando le informazioni di contesto, con gli eventi (ovvero i dati raccolti da sensori, droni e satelliti) e le previsioni, è possibile ad esempio prevedere lo stato dell’acqua in qualsiasi suolo/coltura per i 5 giorni successivi. Si parla di Smart o Precision Irrigation e si tratta di un modello predittivo che considera tutte le coltivazioni agricole, in grado di dare consigli anche sulla migliore coltivazione in base alla stagionalità. Ad oggi non esiste una tecnologia che garantisca questo livello di precisione. Con esperienza nel settore vitivinicolo, Soonapse sta portando le sue tecnologie anche a servizio degli enologi consentendo loro di migliorare la qualità della produzione tramite il controllo dei processi agricoli.

  • 4. Un olio ozonizzato per un’agricoltura più sostenibile: la proposta di Agreen Biosolutions

Entro il 2030, le normative italiane (Piano Nazionale di Azione) ed europee (from Farm to Fork) ridurranno del 50% l’uso di pesticidi chimici e aumenteranno del 60% la superficie agricola coltivata con strumenti biologici rispetto a oggi. Purtroppo, il mercato non offre un numero sufficiente di prodotti in grado di proteggere le piante e replicare i comuni fitosanitari, sia in termini di efficacia che di costi. Il mercato agricolo ha, dunque, bisogno di un’alternativa che abbia la stessa efficacia e che sia comparabile a livello di costi.  Direttamente da Udine, Agreen Biosolutions propone una soluzione per aiutare la transizione verso un’agricoltura più sostenibile: si tratta di un olio ozonizzato a concentrazione variabile di ozono, da applicare nei campi agricoli, in grado di garantire un effetto preventivo e/o curativo. Questo olio, certificato come “corroborante” e dall’effetto biostimolante e fitosanitario, consente di eliminare l’utilizzo di pesticidi chimici oltre che garantire un notevole risparmio economico agli agricoltori. Un prodotto dal valore unico in grado di stimolare il raccolto e proteggerlo.

  • 5. From farm to Fork: Trusty a favore della trasparenza sulla tracciabilità dei prodotti

Per garantire trasparenza sulla catena di approvvigionamento alimentare, Trusty propone servizi di tracciabilità industriale in ambito ambientale, sociale e di corporate governance. La startup di Pescara ha sviluppato una piattaforma basata su blockchain, con una dashboard personalizzabile per ogni industria. Il sistema può essere utilizzato anche per integrare le informazioni provenienti dalle autorità ed emettere certificazioni di tracciabilità. Trusty segue l’intero ciclo di vita dei prodotti alimentari, from Farm to Fork, fornendo agli stakeholder della filiera informazioni affidabili e accurate sull’origine, la qualità e la sicurezza dei prodotti. I servizi della startup sono compatibili con alcune normative, come quella europea in merito alla Deforestation Free e di Smart Label. Un sistema di tracciabilità come questo può risolvere diversi problemi legati alla sicurezza alimentare e al monitoraggio delle emissioni di sostanze inquinanti durante la produzione. Partendo da filiere lunghe e complesse come quella del Cacao, del caffè e di altri prodotti tropicali, la startup può realmente contribuire a creare fiducia tra consumatori e produttori per un sistema alimentare più sostenibile.

  • 6. Per aumentare la shelf life dei prodotti, AgreeNET

Contro lo spreco alimentare – uno dei maggiori problemi della catena alimentare – a tutela delle nostre materie prime e a sostegno dell’export italiano che pesa enormemente sul PIL nazionale, AgreeNET propone un materiale innovativo a base biologica e biodegradabile per l’imballaggio alimentare. AgreeNET ha ideato un POD da inserire all’interno del packaging dei prodotti: grazie alle sostanze naturali che emette – componenti funzionali normalmente prodotte dalle piante per proteggersi da microrganismi patogeni – il POD è in grado di allungare la shelf life dei prodotti anche di 20 giorni aiutando così i produttori alimentari a risolvere o a limitare il problema dello spreco alimentare. 

  • 7. Fermentazione avanzata grazie alle onde sonore

E se la terapia del suono diventasse utile anche per il comparto industriale? L’intuizione arriva direttamente da Perugia: Hypesound, la startup scelta dal programma di accelerazione ha sviluppato So’Sweep, un dispositivo che riproduce onde sonore per la fermentazione avanzata, in grado di accelerare la crescita dei microrganismi, aumentandone la produzione fino al 300%, riducendo tempi e costi. Al momento, Hypesound si sta concentrando nell’ottimizzazione della produzione di alghe, in particolare in Spirulina e Chlorella, ma le applicazioni della tecnologia coinvolgono l’intero settore delle biotecnologie.

 

“L’impatto delle nuove tecnologie nella filiera dell’agroalimentare può veramente cambiare questo mercato, portando innovazione in numerosi aspetti, dalla sostenibilità nei processi di produzione, alla gestione della catena del cibo fino agli aspetti legati alle patologie legate all’alimentazione” commenta Stefano Molino, Senior Partner e Responsabile fondo Acceleratori di CDP Venture Capital, “La qualità delle nuove imprese selezionate per la prima edizione dell’Acceleratore FoodSeed – uno fra i 18 programmi operativi della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital – ci mostra come in Italia il potenziale di questo mercato sia enorme e insieme ai co-investitori e ai partner dell’Acceleratore continueremo a seguire la crescita di queste realtà”.

“Siamo convinti che sostenere l’innovazione sia l’unica strada da percorrere per rispondere a sfide globali che hanno ricadute molto concrete sui nostri territori, dalla crisi climatica all’insicurezza alimentare. Le startup contribuiranno a elaborare soluzioni in grado di garantire un futuro al nostro Pianeta. Il programma dà inoltre l’opportunità ai giovani di giocare un ruolo da protagonisti, aiutandoli a trasformare i loro progetti in prodotti e servizi, con benefici per tutta la comunità. Come Fondazione, vogliamo creare le condizioni giuste perché le nuove idee possano trovare spazio e realizzarsi, non solo erogando risorse economiche, ma anche costruendo alleanze strategiche, favorendo lo sviluppo di nuove competenze, stimolando la condivisione di buone pratiche”, commenta Filippo Manfredi, Direttore Generale di Fondazione Cariverona.

Francesco Iannella, Regional Manager Nord Est di UniCredit, dichiara: “La proposta di FoodSeed ha avuto un riscontro ampiamente positivo, come testimoniano l’alto numero di candidature ricevute. Crediamo che questa iniziativa, da noi fortemente voluta e supportata insieme ai nostri partner, sia l’ennesima concreta dimostrazione dell’attenzione di UniCredit verso le comunità in cui opera e della volontà di fornire loro, attraverso la valorizzazione delle specificità, tutte le leve necessarie per innescare cicli virtuosi con ricadute positive per tutto il territorio”.

“Siamo orgogliosi di poter affiancare queste e le prossime realtà, portando il know-how di Eatable Adventures in Italia a supporto del tessuto imprenditoriale nazionale” dichiara Alberto Barbari, Program Director di Eatable Adventures per FoodSeed. “Open Innovation, sinergia tra tradizione e innovazione, eticità tecnologica e ovviamente, amore per il buon cibo: sono questi gli elementi chiave che daranno vita a nuovi modelli di business virtuosi, pronti a dare un effettivo slancio al comparto e a tutta l’economia italiana di domani. Il tutto, a favore di una cultura dello sviluppo legata ad un uso attento, sostenibile e democratico delle nuove tecnologie“.

Il programma di accelerazione ha avuto forte risonanza anche nel resto d’Europa, soprattutto in quei Paesi in cui il comparto alimentare già collabora sinergicamente con l’innovazione di settore: il 5% delle candidature ricevute, infatti, arriva proprio da Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svizzera. Un dato che non stupisce, ma anzi avvalora ulteriormente la natura inclusiva di Foodseed ed enfatizza l’interesse generale nel salvaguardare il ruolo di eccellenza enogastronomica del Bel Paese nel mondo. Un programma di accelerazione in grado di attrarre nuovi talenti che possano portare una ventata di innovazione a un comparto che, seppur eccellente, resta fortemente ancorato alle radici della tradizione. 

Foodseed selezionerà – ogni anno – per tre anni di fila, fino a 10 startup in grado di costruire ecosistemi e sinergie di valore che portino innovazione in tutto il comparto per un’Italia sempre più sostenibile. La call per le startup che parteciperanno alla 2^ edizione di FoodSeed si aprirà a febbraio 2024.

Demo Day FoodSeed 2023

 

Il primo batch di FoodSeed, il programma di accelerazione Foodtech della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital SGR sta per giungere al termine!

Un’iniziativa possibile grazie al supporto dei partner promotori e co-investitori: Fondazione Cariverona e UniCredit, del gestore e co-investitore Eatable Adventures, dei corporate partners Amadori, Cattolica Assicurazioni, Axxelera, Veronafiere e del partner scientifico Università degli Studi di Verona.

Lunedì 23 Novembre 2023 a partire dalle 14:30 presso Eataly Verona avrà luogo il Demo Day. Qui verranno presentate in via esclusiva le startup del primo batch del nostro programma.

L’evento mira a evidenziare le proposte più innovative delle startup nel settore agroalimentare italiano. Questo comparto, che prevede un incremento della produzione globale del 70% nei prossimi 30 anni in risposta alle sfide demografiche e ambientali, emerge come uno dei più dinamici, offrendo ampie opportunità sia per gli investitori che per le aziende interessate a potenziare la propria competitività mediante l’adozione di soluzioni tecnologiche all’avanguardia.

Per poter partecipare all’evento è necessario compilare il seguente form: https://forms.gle/WjpchLikSxhqnzCr7

Intervista a Cattolica (Generali Italia)

Risponde Daniele Caceffo, Head of Agriculture di Generali Italia

Qual è stata la vostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma di FoodSeed?

Come realtà nata nel 1896 per assicurare i proprietari terrieri dai rischi di incendio e grandine, Cattolica, Divisione di Generali Italia, vanta un’expertise consolidata nel settore agricolo. Un’esperienza che, attraverso una Line of Business Agricoltura composta da circa 30 risorse specializzate tra cui periti agrari, agronomi e veterinari, nel corso degli anni ci ha consentito di offrire soluzioni specifiche e dedicate ma anche di sviluppare servizi aggiuntivi per la tutela del business agricolo. Soprattutto in un’ottica di prevenzione. Si tratta di una proposta che ci aiuta a rispondere efficacemente alle esigenze di un comparto che oggi sta vivendo sfide cruciali, dal climate change alla sostenibilità, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. In questo quadro è per noi fondamentale attivare collaborazioni con nuove realtà digitali e, in un’ottica di open innovation, studiare insieme nuovi prodotti e applicazioni. La scelta di sostenere FoodSeed va proprio nella direzione di creare nuove opportunità per startup che lavorano nel mondo digitale applicato all’agricoltura, con l’obiettivo aiutarle a crescere e a rendersi sostenibili perchè possano davvero portare innovazione all’interno di un’industria che, da sola, vale un terzo del PIL nazionale.

Quali sfide pensate che le startup emergenti nell’industria agroalimentare italiana debbano affrontare in questo momento?

Tra i fenomeni più strettamente correlati alla tenuta del settore agroalimentare c’è sicuramente il climate change. Il surriscaldamento globale impatta infatti su tutta la filiera e ciò può comportare conseguenze tra cui, ad esempio, l’imprevedibilità del meteo stagionale, che in certe annate ha danneggiato interi raccolti. Il cambiamento climatico ha poi effetti anche sulle caratteristiche finali dei prodotti agricoli, richiedendo un enorme lavoro di adattamento della produzione al nuovo clima. La maggiore sfida, per le nuove imprese dell’industria agroalimentare, è dunque quella di sviluppare nuove idee, prodotti e soluzioni che aiutino gli imprenditori agricoli a fare fronte, in un’ottica di protezione e prevenzione, ad eventi catastrofali di questo tipo. Si tratta, infatti, di fenomenti sempre più frequenti, che incidono sulla quantità e qualità della produzione e, dunque, direttamente sul business.

Quali sono le principali opportunità che vedete per le startup nell’ambito dell’innovazione alimentare?

Per quel che rigurda l’ambito del food, le principali opportunità di crescita e sviluppo del settore sono quelle legate alla necessità di garantire cibo sufficiente per tutti gli abitanti del Pianeta. Non solo cibo per tutti, ma cibo di qualità, garantita attraverso processi di sicurezza alimentare. In un mondo in cui la popolazione continua a crescere, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, non è un caso che questo sia tra degli obiettivi di sviluppo sostenibile più importanti segnalati dall’Agenda ONU 2030. Credo sia proprio questa la sfida più immediata per chi lavora nel foodtech. La necessità è quella di sfruttare le nuove tecnologie per lavorare principalmente su due fronti: da una parte su nuovi strumenti che possano portare ad un aumento della produzione, penso in particolare all’automazione delle macchine o al vertical farming. Dall’altra, su tecnologie come la block chain, fondamentali per la tracciabilità della filiera alimentare, per garantire le provienienza di ogni alimento, dunque, la sua sicurezza.

FoodSeed mette in contatto le startup con i player chiave del settore, tra cui aziende, centri di ricerca, università, ecc. Perché la collaborazione con le startup è fondamentale per sviluppare l’imprenditoria agroalimentare?

La contaminazione tra imprese del settore agroalimentare e startup del foodtech risulta strategica per entrambi i due attori coinvolti. Da una parte, le imprese agricole acquisiscono nuove competenze che spesso non hanno al proprio interno e che permettono loro di innovare un modello di business tradizionale. Dall’altra, c’è la possibilità, per giovani realtà con molte idee e pochi capitali, di rendersi sostenibili grazie ad un’impresa partner che possa supportarle. È però evidente che, perchè questo scambio funzioni, serve un terreno fertile: un ecosistema di enti e realtà come FoodSeed che agevolino l’incontro tra imprese e startup, ma che agiscano anche come portatori di una nuova cultura aziendale. Una cultura dell’innovazione che aiuti gli imprenditori a capire quanto sia ormai necessario percorrere la strada della trasformazione digitale.

In che modo la vostra esperienza e competenza nel mondo assicurativo può contribuire alle prospettive di creazione e sviluppo di un ecosistema competitivo e sostenibile per le startup e le aziende del settore agroalimentare in Italia?

Cattolica promuove con grande distintività la collaborazione con Istituti Universitari ed Enti di ricerca qualificati e certificati investendo, attraverso un’analisi approfondita del territorio e dei bisogni della clientela, su innovazione applicata ad una moderna gestione del rischio attraverso sperimentazioni on field, utilizzo di robotica, dronistica e artificial intelligence. Questo ci permette di essere riconosciuti come leader dell’agrifood risk management a livello nazionale e di essere al passo con le sfide tecnologiche protagoniste del presente e del futuro. Contribuendo in questo modo allo sviluppo di un ecosistema in grado di creare terreno fertile sia per la nascita di startup sia per la crescita di aziende del settore agroalimentare.

Intervista a Eatable Adventures

 Qual è stata la vostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma di FoodSeed? In che modo pensate che questa iniziativa possa contribuire all’innovazione e alla crescita e sviluppo dell’industria alimentare?

Eatable Adventures è uno dei principali acceleratori foodtech a livello globale. La nostra missione è promuovere un uso più intelligente delle nuove tecnologie nel settore agroalimentare per rendere piú efficiente e sostenibile l’intera filiera agroalimentare. Come acceleratore, abbiamo sviluppato con successo oltre 10 programmi d’incubazione e accelerazione in tutto il mondo con l’obiettivo di stimolare l’innovazione e favorire la crescita dell’ecosistema imprenditoriale nel settore. È stato un onore essere stati scelti, da Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione Cariverona per creare e gestire il programma di accelerazione Foodseed della Rete Nazionale di Acceleratori di Cassa Depositi e Prestiti.

Questa partnership è un riconoscimento del nostro impegno nel promuovere l’innovazione nel settore agroalimentare e rafforza la nostra leadership nel campo foodtech.

Il programma FoodSeed sarà il motore di una nuova generazione di startup Foodtech in Italia che aiuterà a guidare la transizione del sistema alimentare a livello globale. Una grande opportunità sia per le startup che per le aziende agroalimentari italiane che stanno affrontando sfide importanti non solo economiche, ma anche ambientali. FoodSeed offre alle startup non solo le risorse economiche necessarie per sviluppare questi progetti innovativi ma anche le competenze tecniche, una vasta rete di esperti e mentori, visibilità nazionale e internazionale e altre risorse cruciali per la loro scalabilità. 

L’innovazione è la prima risposta alle principali problematiche e può dare una reale svolta al nostro Paese.

Quali sfide pensate che le startup emergenti nell’industria agroalimentare italiana debbano affrontare in questo momento?

L’italia è da sempre una potenza gastronomica riconosciuta per la sua eccellenza in tutto il mondo. La filiera agroalimentare italiana, nel 2022, ha rappresentato il 25% del PIL nazionale, con un valore economico complessivo pari a circa 538 miliardi di euro. Tuttavia, nonostante la rilevanza della sua cultura eno-gastronomica e il primato di eccellenza che riscuote nel mondo a livello di qualità e di immagine, il sistema agro-alimentare italiano risulta carente sul fronte della ricerca tecnologica e dell’innovazione dei processi produttivi rispetto ad altri mercati europei più sviluppati, soprattutto a fronte delle criticità congiunturali rappresentate dal cambiamento climatico, dalle problematiche energetiche e da tutti gli altri parametri dettati dalla strategia europea “from Farm to Fork”. 

Le sfide di sostenibilità sono strettamente connesse alle questioni di efficienza aziendale, e in questo contesto le startup devono dimostrarsi capaci di utilizzare in modo intelligente le tecnologie per offrire soluzioni innovative che riducano l’impatto ambientale dell’intera filiera agroalimentare coniugando la produttività con la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari.

La sinergia tra efficienza aziendale e sostenibilità è essenziale per affrontare con successo le sfide attuali del settore agroalimentare. 

Quali sono le principali opportunità che vedete per le startup nell’ambito dell’innovazione alimentare?

L’Italia è da sempre un mercato strategico sulla scena globale, il fatturato dell’industria italiana è cresciuto del +14,7% solo nel 2022, spinto soprattutto dalla crescita dell’export che ha conseguito una cifra record di 60 miliardi di euro.

L’eccellenza industriale del Made In Italy deve però adattarsi alle sfide attuali di cui abbiamo parlato, centrate principalmente a temi legati alla sostenibilità ambientale e sociale e all’efficienza. La riduzione dello spreco alimentare in tutta la filiera agroalimentare, la ricerca di materie prime rinnovabili e biodegradabili per migliorare la shelf life dei prodotti, un uso più efficiente delle risorse idriche, o la digitalizzazione del campo per ottimizzare e agilizzare la gestione delle coltivazioni, sono solo alcuni esempi degli ambiti in cui è necessario stimolare l’innovazione e la ricerca.

Non possiamo perdere questa opportunità di posizionarci come una potenza nell’ambito dell’innovazione nel settore agroalimentare e rimanere indietro rispetto ad altri mercati che da sempre hanno fatto della tecnologia e l’innovazione la loro bandiera. L’opportunità per questo ecosistema emergente è alla vista, e come dimostra anche il grandissimo interesse che ha captato una iniziativa come quella di FoodSeed, grazie a cui queste startup hanno la possibilità di sviluppare progetti innovativi e scalarli nel mercato.

FoodSeed mette in contatto le startup con i player chiave del settore, tra cui aziende, centri di ricerca, università, ecc. Perché la collaborazione con le startup è fondamentale per sviluppare l’imprenditoria agroalimentare?

La costante ricerca di soluzioni innovative per affrontare le sfide più critiche del settore agroalimentare ha scatenato una vera e propria accelerazione nella collaborazione tra le grandi aziende alimentari e gli agenti esterni che contribuiscono allo sviluppo di nuove soluzioni tecniche, come startup, università e centri di ricerca. 

Le startup, grazie alla loro creatività sfrenata e al loro approccio flessibile, sono in grado di individuare nuove opportunità di mercato, dando vita a soluzioni tecnologiche innovative che mirano a migliorare i processi di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti alimentari. Di solito, l’implementazione di innovazioni e nuovi processi all’interno delle aziende può risultare complessa e richiedere molto tempo per testarne l’applicabilità alla realtà aziendale. Grazie alla collaborazione con le startup, le aziende del settore agroalimentare possono implementare rapidamente e in modo efficace nuove idee, riducendo notevolmente i rischi e adattandosi con agilità alle nuove tendenze di mercato.

La flessibilità, in un settore in costante evoluzione, dove i gusti dei consumatori, le tendenze di consumo e le regolamentazioni possono cambiare rapidamente, riveste quindi un ruolo cruciale.

La collaborazione con le startup non solo permette di ottenere vantaggi quasi immediati, ma favorisce anche lo sviluppo di reti di partnership e sinergie che permettono di scambiare conoscenze e competenze, condividere risorse e accedere a nuovi mercati. Il risultato è la creazione di un ecosistema imprenditoriale dinamico che stimola l’innovazione e la competitività settoriale.

In che modo la vostra esperienza e competenza nel settore dell’innovazione alimentare possono contribuire alla creazione di un ecosistema sostenibile per le startup e le aziende del settore agroalimentare in Italia?

Eatable Adventures è tra i principali acceleratori mondiali in materia di food-tech. Dal 2015 ci dedichiamo a identificare e sostenere le startup alimentari più innovative e dirompenti del mondo alimentare aiutandole a crescere sul mercato globale grazie alla collaborazione con aziende, governi e inversori, arrivando a sviluppare una comunità globale di oltre 25.000 fondatori e più di 3.000 progetti analizzati in 2022.

La nostra attività mette in contatto le startup con le principali realtá aziendali del settore, fomentando la sinergia mutua. Abbiamo sviluppato più di 40 programmi annuali per conto di aziende e governi e 10 programmi di incubazione e accelerazione, tra cui Spain Foodtech, Mylkcubator, Baking the Future e FoodSeed. Inoltre, Eatable Adventures opera anche come investitore grazie alla creazione di un veicolo d’investimento per progetti di startup in fase seed e serie A.

Per questo motivo, possiamo sostenere che la nostra visione del mercato Foodtech è assolutamente 360, permettendoci di individuare, da una parte, le tecnologie più promettenti e scalabili del settore per risolvere le sfide di sostenibilità ed efficienza, e dall’altra, quali sono le necessità e criticità del mercato e delle aziende. Questo approccio, unito alla competenze ed esperienza di un team internazionale senior specializzato da anni in questo verticale, ci ha consentito di espandere la nostra attività oltre il confine spagnolo, dove abbiamo portato a termine con successo iniziative che hanno posizionato internazionalmente l’ecosistema imprenditoriale nell’ambito Foodtech. 

Siamo molto orgogliosi di essere stati scelti da CDP Venture Capital SGR per creare il programma di accelerazione Foodtech della Rete Nazionale di Acceleratori e siamo convinti che la nostra esperienza maturata in questi anni darà un gran impulso alla creazione e sviluppo dell’ecosistema Foodtech italiano.

 

Intervista a Università di Verona

Qual è stata la vostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma di FoodSeed? In che modo pensate che questa iniziativa possa contribuire all’innovazione e alla crescita e sviluppo dell’industria alimentare?

L’Università di Verona interagisce in un contesto altamente competitivo per il sistema agroalimentare offrendo competenze di eccellenza nell’ambito delle biotecnologie dell’intelligenza artificiale e dell’ingegnerizzazione dei processi produttivi, della ricerca di mercato. L’iniziativa FoodSeed si inserisce nel sistema delle collaborazioni a rete che l’ateneo intrattiene con il tessuto imprenditoriale, in particolare per quel che riguarda la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico essendo sinergico anche alle attività dell’ecosistema dell’innovazione INEST all’interno del quale UNIVR
coordina lo Spoke “Smart Agrifood”. Il programma è di fatto un programma di Open Innovation e apre pertanto grandi opportunità di accesso all’innovazione per le imprese agroalimentari italiane che potranno capitalizzare in ottica di crescita competitiva.

Quali sfide pensate che le startup emergenti nell’industria agroalimentare italiana debbano affrontare in questo momento?

Sfide emergenti sono sicuramente rappresentate:

a) dall’innovazione di prodotto in ottica di sostenibilità ambientale, etica e di sicurezza alimentare;

b) dalle innovazioni di processo finalizzati ad accelerare l’approccio di economia circolare;

c) dalla digitalizzazione funzionale a rendere più trasparente il trasferimento delle informazioni da e per il mercato.

Quali sono le principali opportunità che vedete per le startup nell’ambito dell’innovazione alimentare?

L’alimentazione sostenibile è assieme alla tutela delle risorse naturali per le generazioni future la principale sfida globale; ciò in relazione: alla crescita demografica mondiale e alle esigenze crescenti di sicurezza alimentare; agli squilibri
tra aree geografiche e macro-regioni con problematiche alimentari opposte (carenza ed eccedenza di cibo); all’attenzione crescente al benessere ma anche al contenuto di servizi specie nei paesi sviluppati; alla necessità di garantire la qualità lungo la supply chain. Gli ambiti di operatività per implementare innovazione sono molto ampi e, dunque, altrettanto ampie sono le opportunità di inserimento e di attivazione di nuovi business per le start-up.

FoodSeed mette in contatto le startup con i player chiave del settore, tra cui aziende, centri di ricerca, università, ecc. Perché la collaborazione con le startup è fondamentale per sviluppare l’imprenditoria agroalimentare?

Le imprese agroalimentari sono in larga prevalenza PMI, ma anche poche grandi imprese riescono a internalizzare attività di R&S ad alto contenuto innovativo. Dall’altro lato anche le risorse umane impegnate comunque nelle attività di R&S delle aziende necessitano di una interazione continua con i leader dell’innovazione per favorire l’adozione della stessa all’interno della propria organizzazione. Il network con le start-up in un sistema di open innovation favorisce indiscutibilmente questo processo.

In che modo pensate che la partecipazione al progetto possa beneficiare non solo l’Università, ma anche i giovani studenti e stimolare la ricerca nel settore?

L’ateneo attraverso il liason office sta attivando un programma di formazione per studentesse e studenti sui temi dell’auto-imprenditoria e dell’innovazione. Il progetto diviene in tal senso uno strumento di contaminazione destinando ad aumentare la propensione degli studenti ancora in corso a cimentarsi in percorsi innovativi particolarmente sfidanti.

Intervista a Fondazione Cariverona

Qual è stata la vostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma di FoodSeed?

FoodSeed è un programma di fondamentale importanza per la Fondazione, al quale lavoriamo da oltre un anno. Si tratta di un’azione trasversale ai tre obiettivi strategici che guidano la nostra azione dal 2020: la tutela dell’ambiente, lo sviluppo del capitale umano e del protagonismo giovanile e l’innovazione sociale. Abbiamo deciso di avviare questo progetto per generare un impatto positivo in un settore vitale per la vita delle nostre comunità. La nascita di FoodSeed del Verona Agrifood Innovation Hub è il frutto di un’operazione piuttosto lunga e complessa. Abbiamo innanzitutto verificato la presenza di un ecosistema attrattivo e interessante per l’agroalimentare. Ci siamo quindi attivati per trovare un partner operativo specializzato in questo ambito e per accreditarci presso gli investitori istituzionali. Terminata questa fase, abbiamo organizzato una serie di incontri strategici con sponsor industriali, centri di ricerca, enti, università, ecc. Un lavoro impegnativo, quindi, che ha ottenuto i risultati sperati: la Fondazione è stata protagonista non solo nell’attivare il processo, ma anche nel facilitare la costruzione di partnership tra tutti i soggetti coinvolti.

Quali sfide pensate che le startup emergenti nell’industria agroalimentare italiana debbano affrontare in questo momento?

L’agroalimentare è chiamato a rispondere a sfide cruciali, dalle quali dipende il futuro del Pianeta, non solo a livello globale ma anche locale. L’attività di ricerca e sviluppo in questo settore è fondamentale per combattere fenomeni come quello dell’insicurezza alimentare, garantendo il diritto al cibo a una popolazione mondiale destinata a passare da 8 a 10 miliardi nel giro di trent’anni. L’innovazione è anche l’unica strada percorribile per trovare soluzioni alla crisi climatica e alle sue drammatiche conseguenze, dalla siccità agli eventi meteorologici estremi, dall’innalzamento del livello dei mari all’aumento delle temperature. Si tratta di problemi spesso percepiti come distanti e lontani, ma che in realtà impattano sulla vita di ogni comunità. Sono convinto che FoodSeed contribuirà a fare emergere idee ambiziose e di valore, in grado di misurarsi con questioni così urgenti e complesse.

Quali sono le principali opportunità che vedete per le startup nell’ambito dell’innovazione alimentare?

La filiera agroalimentare rappresenta la prima grande ricchezza del Paese, non solo in termini economici o occupazionali ma anche come traino per il made in Italy e come immagine dell’Italia nel mondo. Le startup coinvolte in FoodSeed avranno la possibilità di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo e di intraprendere, nello stesso tempo, percorsi di crescita professionale ed economica con ricadute positive su tutto il sistema nazionale. Le realtà selezionate potranno attingere a un sistema di tradizioni, conoscenze e saperi unico al mondo, che oggi chiede di essere ulteriormente valorizzato e rinnovato per continuare a giocare un ruolo da protagonista nel panorama internazionale. Per una startup entrare in un programma di accelerazione come quello di FoodSeed significa quindi avere l’occasione di trasformare idee e progetti in servizi e prodotti, contribuendo a scrivere un nuovo capitolo di una storia fatta di eccellenze, come quella italiana.

FoodSeed mette in contatto le startup con i player chiave del settore, tra cui aziende, centri di ricerca, università, ecc. Perché la collaborazione con le startup è fondamentale per sviluppare l’imprenditoria agroalimentare?

Come Fondazione, abbiamo fatto della collaborazione e della creazione di reti i pilastri strategici della nostra azione. La contaminazione di idee, il dialogo tra gli attori del territorio e l’incontro con i vari stakeholders sono necessari per innescare percorsi di innovazione che siano efficaci, duraturi e inclusivi. Per questo motivo è fondamentale che FoodSeed, con il suo Verona Agrifood Innovation Hub, sia sostenuto da un ecosistema di attori pubblici e privati e che ciascuno dia il proprio contributo per la riuscita del progetto. Le startup sono ovviamente al centro del programma. Il protagonismo dei giovani che decidono di mettersi in gioco, sperimentare nuove soluzioni e fare impresa è il vero motore dello sviluppo, come abbiamo più volte ribadito nei nostri documenti programmatici: a noi il compito di creare le condizioni giuste e preparare il terreno perché le nuove idee possano trovare spazio, mettere radici e portare frutto, a vantaggio di tutti.

Perché questa iniziativa parte ora e quali sono i fattori che rendono Verona un luogo ideale per promuovere l’innovazione nell’industria alimentare e sostenere lo sviluppo di nuove imprese?

Verona ha tutte le carte in regola per diventare il principale polo agroalimentare del Paese. La città vanta una lunga tradizione di eccellenza in questo settore: basti pensare che la prima fiera agricola è stata ospitata qui ben 125 anni fa. Ancora oggi la filiera del cibo rappresenta uno dei principali punti di forza del tessuto economico-produttivo ed è
riconosciuta come un punto di riferimento non solo a livello regionale ma anche nazionale. Dal vino ai dolci, dalla pasta all’ortofrutta, i prodotti tipici del territorio veronese sono conosciuti in tutto il mondo: l’export agroalimentare vale quasi 3,5 miliardi di euro, più di un quarto del totale. Non bisogna poi dimenticare che Verona è da sempre una città votata all’innovazione grazie anche alla presenza di centri di ricerca e università. È inoltre in grado di attrarre investimenti e fare leva su un mercato del lavoro dinamico, caratterizzato da un capitale umano altamente qualificato. Qui ci sono quindi tutti gli ingredienti necessari a costruire un grande hub nazionale, in grado di favorire l’innovazione dell’agroalimentare nel rispetto della tradizione.