Intervista a Cattolica (Generali Italia)
Risponde Daniele Caceffo, Head of Agriculture di Generali Italia
Qual è stata la vostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma di FoodSeed?
Come realtà nata nel 1896 per assicurare i proprietari terrieri dai rischi di incendio e grandine, Cattolica, Divisione di Generali Italia, vanta un’expertise consolidata nel settore agricolo. Un’esperienza che, attraverso una Line of Business Agricoltura composta da circa 30 risorse specializzate tra cui periti agrari, agronomi e veterinari, nel corso degli anni ci ha consentito di offrire soluzioni specifiche e dedicate ma anche di sviluppare servizi aggiuntivi per la tutela del business agricolo. Soprattutto in un’ottica di prevenzione. Si tratta di una proposta che ci aiuta a rispondere efficacemente alle esigenze di un comparto che oggi sta vivendo sfide cruciali, dal climate change alla sostenibilità, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. In questo quadro è per noi fondamentale attivare collaborazioni con nuove realtà digitali e, in un’ottica di open innovation, studiare insieme nuovi prodotti e applicazioni. La scelta di sostenere FoodSeed va proprio nella direzione di creare nuove opportunità per startup che lavorano nel mondo digitale applicato all’agricoltura, con l’obiettivo aiutarle a crescere e a rendersi sostenibili perchè possano davvero portare innovazione all’interno di un’industria che, da sola, vale un terzo del PIL nazionale.
Quali sfide pensate che le startup emergenti nell’industria agroalimentare italiana debbano affrontare in questo momento?
Tra i fenomeni più strettamente correlati alla tenuta del settore agroalimentare c’è sicuramente il climate change. Il surriscaldamento globale impatta infatti su tutta la filiera e ciò può comportare conseguenze tra cui, ad esempio, l’imprevedibilità del meteo stagionale, che in certe annate ha danneggiato interi raccolti. Il cambiamento climatico ha poi effetti anche sulle caratteristiche finali dei prodotti agricoli, richiedendo un enorme lavoro di adattamento della produzione al nuovo clima. La maggiore sfida, per le nuove imprese dell’industria agroalimentare, è dunque quella di sviluppare nuove idee, prodotti e soluzioni che aiutino gli imprenditori agricoli a fare fronte, in un’ottica di protezione e prevenzione, ad eventi catastrofali di questo tipo. Si tratta, infatti, di fenomenti sempre più frequenti, che incidono sulla quantità e qualità della produzione e, dunque, direttamente sul business.
Quali sono le principali opportunità che vedete per le startup nell’ambito dell’innovazione alimentare?
Per quel che rigurda l’ambito del food, le principali opportunità di crescita e sviluppo del settore sono quelle legate alla necessità di garantire cibo sufficiente per tutti gli abitanti del Pianeta. Non solo cibo per tutti, ma cibo di qualità, garantita attraverso processi di sicurezza alimentare. In un mondo in cui la popolazione continua a crescere, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, non è un caso che questo sia tra degli obiettivi di sviluppo sostenibile più importanti segnalati dall’Agenda ONU 2030. Credo sia proprio questa la sfida più immediata per chi lavora nel foodtech. La necessità è quella di sfruttare le nuove tecnologie per lavorare principalmente su due fronti: da una parte su nuovi strumenti che possano portare ad un aumento della produzione, penso in particolare all’automazione delle macchine o al vertical farming. Dall’altra, su tecnologie come la block chain, fondamentali per la tracciabilità della filiera alimentare, per garantire le provienienza di ogni alimento, dunque, la sua sicurezza.
FoodSeed mette in contatto le startup con i player chiave del settore, tra cui aziende, centri di ricerca, università, ecc. Perché la collaborazione con le startup è fondamentale per sviluppare l’imprenditoria agroalimentare?
La contaminazione tra imprese del settore agroalimentare e startup del foodtech risulta strategica per entrambi i due attori coinvolti. Da una parte, le imprese agricole acquisiscono nuove competenze che spesso non hanno al proprio interno e che permettono loro di innovare un modello di business tradizionale. Dall’altra, c’è la possibilità, per giovani realtà con molte idee e pochi capitali, di rendersi sostenibili grazie ad un’impresa partner che possa supportarle. È però evidente che, perchè questo scambio funzioni, serve un terreno fertile: un ecosistema di enti e realtà come FoodSeed che agevolino l’incontro tra imprese e startup, ma che agiscano anche come portatori di una nuova cultura aziendale. Una cultura dell’innovazione che aiuti gli imprenditori a capire quanto sia ormai necessario percorrere la strada della trasformazione digitale.
In che modo la vostra esperienza e competenza nel mondo assicurativo può contribuire alle prospettive di creazione e sviluppo di un ecosistema competitivo e sostenibile per le startup e le aziende del settore agroalimentare in Italia?
Cattolica promuove con grande distintività la collaborazione con Istituti Universitari ed Enti di ricerca qualificati e certificati investendo, attraverso un’analisi approfondita del territorio e dei bisogni della clientela, su innovazione applicata ad una moderna gestione del rischio attraverso sperimentazioni on field, utilizzo di robotica, dronistica e artificial intelligence. Questo ci permette di essere riconosciuti come leader dell’agrifood risk management a livello nazionale e di essere al passo con le sfide tecnologiche protagoniste del presente e del futuro. Contribuendo in questo modo allo sviluppo di un ecosistema in grado di creare terreno fertile sia per la nascita di startup sia per la crescita di aziende del settore agroalimentare.