Intervista a Fondazione Cariverona

Qual è stata la vostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma di FoodSeed?

FoodSeed è un programma di fondamentale importanza per la Fondazione, al quale lavoriamo da oltre un anno. Si tratta di un’azione trasversale ai tre obiettivi strategici che guidano la nostra azione dal 2020: la tutela dell’ambiente, lo sviluppo del capitale umano e del protagonismo giovanile e l’innovazione sociale. Abbiamo deciso di avviare questo progetto per generare un impatto positivo in un settore vitale per la vita delle nostre comunità. La nascita di FoodSeed del Verona Agrifood Innovation Hub è il frutto di un’operazione piuttosto lunga e complessa. Abbiamo innanzitutto verificato la presenza di un ecosistema attrattivo e interessante per l’agroalimentare. Ci siamo quindi attivati per trovare un partner operativo specializzato in questo ambito e per accreditarci presso gli investitori istituzionali. Terminata questa fase, abbiamo organizzato una serie di incontri strategici con sponsor industriali, centri di ricerca, enti, università, ecc. Un lavoro impegnativo, quindi, che ha ottenuto i risultati sperati: la Fondazione è stata protagonista non solo nell’attivare il processo, ma anche nel facilitare la costruzione di partnership tra tutti i soggetti coinvolti.

Quali sfide pensate che le startup emergenti nell’industria agroalimentare italiana debbano affrontare in questo momento?

L’agroalimentare è chiamato a rispondere a sfide cruciali, dalle quali dipende il futuro del Pianeta, non solo a livello globale ma anche locale. L’attività di ricerca e sviluppo in questo settore è fondamentale per combattere fenomeni come quello dell’insicurezza alimentare, garantendo il diritto al cibo a una popolazione mondiale destinata a passare da 8 a 10 miliardi nel giro di trent’anni. L’innovazione è anche l’unica strada percorribile per trovare soluzioni alla crisi climatica e alle sue drammatiche conseguenze, dalla siccità agli eventi meteorologici estremi, dall’innalzamento del livello dei mari all’aumento delle temperature. Si tratta di problemi spesso percepiti come distanti e lontani, ma che in realtà impattano sulla vita di ogni comunità. Sono convinto che FoodSeed contribuirà a fare emergere idee ambiziose e di valore, in grado di misurarsi con questioni così urgenti e complesse.

Quali sono le principali opportunità che vedete per le startup nell’ambito dell’innovazione alimentare?

La filiera agroalimentare rappresenta la prima grande ricchezza del Paese, non solo in termini economici o occupazionali ma anche come traino per il made in Italy e come immagine dell’Italia nel mondo. Le startup coinvolte in FoodSeed avranno la possibilità di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo e di intraprendere, nello stesso tempo, percorsi di crescita professionale ed economica con ricadute positive su tutto il sistema nazionale. Le realtà selezionate potranno attingere a un sistema di tradizioni, conoscenze e saperi unico al mondo, che oggi chiede di essere ulteriormente valorizzato e rinnovato per continuare a giocare un ruolo da protagonista nel panorama internazionale. Per una startup entrare in un programma di accelerazione come quello di FoodSeed significa quindi avere l’occasione di trasformare idee e progetti in servizi e prodotti, contribuendo a scrivere un nuovo capitolo di una storia fatta di eccellenze, come quella italiana.

FoodSeed mette in contatto le startup con i player chiave del settore, tra cui aziende, centri di ricerca, università, ecc. Perché la collaborazione con le startup è fondamentale per sviluppare l’imprenditoria agroalimentare?

Come Fondazione, abbiamo fatto della collaborazione e della creazione di reti i pilastri strategici della nostra azione. La contaminazione di idee, il dialogo tra gli attori del territorio e l’incontro con i vari stakeholders sono necessari per innescare percorsi di innovazione che siano efficaci, duraturi e inclusivi. Per questo motivo è fondamentale che FoodSeed, con il suo Verona Agrifood Innovation Hub, sia sostenuto da un ecosistema di attori pubblici e privati e che ciascuno dia il proprio contributo per la riuscita del progetto. Le startup sono ovviamente al centro del programma. Il protagonismo dei giovani che decidono di mettersi in gioco, sperimentare nuove soluzioni e fare impresa è il vero motore dello sviluppo, come abbiamo più volte ribadito nei nostri documenti programmatici: a noi il compito di creare le condizioni giuste e preparare il terreno perché le nuove idee possano trovare spazio, mettere radici e portare frutto, a vantaggio di tutti.

Perché questa iniziativa parte ora e quali sono i fattori che rendono Verona un luogo ideale per promuovere l’innovazione nell’industria alimentare e sostenere lo sviluppo di nuove imprese?

Verona ha tutte le carte in regola per diventare il principale polo agroalimentare del Paese. La città vanta una lunga tradizione di eccellenza in questo settore: basti pensare che la prima fiera agricola è stata ospitata qui ben 125 anni fa. Ancora oggi la filiera del cibo rappresenta uno dei principali punti di forza del tessuto economico-produttivo ed è
riconosciuta come un punto di riferimento non solo a livello regionale ma anche nazionale. Dal vino ai dolci, dalla pasta all’ortofrutta, i prodotti tipici del territorio veronese sono conosciuti in tutto il mondo: l’export agroalimentare vale quasi 3,5 miliardi di euro, più di un quarto del totale. Non bisogna poi dimenticare che Verona è da sempre una città votata all’innovazione grazie anche alla presenza di centri di ricerca e università. È inoltre in grado di attrarre investimenti e fare leva su un mercato del lavoro dinamico, caratterizzato da un capitale umano altamente qualificato. Qui ci sono quindi tutti gli ingredienti necessari a costruire un grande hub nazionale, in grado di favorire l’innovazione dell’agroalimentare nel rispetto della tradizione.