Intervista a Università di Verona

Qual è stata la vostra motivazione nel sostenere e promuovere il programma di FoodSeed? In che modo pensate che questa iniziativa possa contribuire all’innovazione e alla crescita e sviluppo dell’industria alimentare?

L’Università di Verona interagisce in un contesto altamente competitivo per il sistema agroalimentare offrendo competenze di eccellenza nell’ambito delle biotecnologie dell’intelligenza artificiale e dell’ingegnerizzazione dei processi produttivi, della ricerca di mercato. L’iniziativa FoodSeed si inserisce nel sistema delle collaborazioni a rete che l’ateneo intrattiene con il tessuto imprenditoriale, in particolare per quel che riguarda la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico essendo sinergico anche alle attività dell’ecosistema dell’innovazione INEST all’interno del quale UNIVR
coordina lo Spoke “Smart Agrifood”. Il programma è di fatto un programma di Open Innovation e apre pertanto grandi opportunità di accesso all’innovazione per le imprese agroalimentari italiane che potranno capitalizzare in ottica di crescita competitiva.

Quali sfide pensate che le startup emergenti nell’industria agroalimentare italiana debbano affrontare in questo momento?

Sfide emergenti sono sicuramente rappresentate:

a) dall’innovazione di prodotto in ottica di sostenibilità ambientale, etica e di sicurezza alimentare;

b) dalle innovazioni di processo finalizzati ad accelerare l’approccio di economia circolare;

c) dalla digitalizzazione funzionale a rendere più trasparente il trasferimento delle informazioni da e per il mercato.

Quali sono le principali opportunità che vedete per le startup nell’ambito dell’innovazione alimentare?

L’alimentazione sostenibile è assieme alla tutela delle risorse naturali per le generazioni future la principale sfida globale; ciò in relazione: alla crescita demografica mondiale e alle esigenze crescenti di sicurezza alimentare; agli squilibri
tra aree geografiche e macro-regioni con problematiche alimentari opposte (carenza ed eccedenza di cibo); all’attenzione crescente al benessere ma anche al contenuto di servizi specie nei paesi sviluppati; alla necessità di garantire la qualità lungo la supply chain. Gli ambiti di operatività per implementare innovazione sono molto ampi e, dunque, altrettanto ampie sono le opportunità di inserimento e di attivazione di nuovi business per le start-up.

FoodSeed mette in contatto le startup con i player chiave del settore, tra cui aziende, centri di ricerca, università, ecc. Perché la collaborazione con le startup è fondamentale per sviluppare l’imprenditoria agroalimentare?

Le imprese agroalimentari sono in larga prevalenza PMI, ma anche poche grandi imprese riescono a internalizzare attività di R&S ad alto contenuto innovativo. Dall’altro lato anche le risorse umane impegnate comunque nelle attività di R&S delle aziende necessitano di una interazione continua con i leader dell’innovazione per favorire l’adozione della stessa all’interno della propria organizzazione. Il network con le start-up in un sistema di open innovation favorisce indiscutibilmente questo processo.

In che modo pensate che la partecipazione al progetto possa beneficiare non solo l’Università, ma anche i giovani studenti e stimolare la ricerca nel settore?

L’ateneo attraverso il liason office sta attivando un programma di formazione per studentesse e studenti sui temi dell’auto-imprenditoria e dell’innovazione. Il progetto diviene in tal senso uno strumento di contaminazione destinando ad aumentare la propensione degli studenti ancora in corso a cimentarsi in percorsi innovativi particolarmente sfidanti.